Il ministro dello Sport durante l’incontro “Sostenibilità e lealtà sportiva” organizzato dall’Associazione Astori al Coni: “Serve una norma per snellire le procedure che metta tutti nelle stesse condizioni”
Lavorare per un calcio sempre migliore. Questo voleva fare Davide Astori e questo viene portato avanti dalla Associazione che porta il suo nome a sei anni dalla sua tragica scomparsa. Se lo scorso anno il tema era la salute dei calciatori, stavolta si è voluto puntare sulla salute del sistema con un convegno dal titolo “Sostenibilità e lealtà sportiva”. E il tema portante dell’incontro che si è svolto al Salone d’Onore del Coni è stato quello delle infrastrutture.
ABODI PROPONE
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“Siamo il Paese più arretrato per quanto riguarda gli stadi di calcio – ha detto il ministro dello Sport Andrea Abodi -. Ma io sono abituato a pensare che i momenti negativi sono anche momenti di opportunità. Per questo parlai di un commissario per gli stadi. Serve una modalità che metta tutti nelle stesse condizioni nei rapporti istituzionali e negli iter amministrativi. Ci deve essere un coordinatore del procedimento che abbia capacità di supportare. Serve anche una norma che consenta di snellire le procedure”. Quindi ha aggiunto: “Bisogna avere coscienza degli errori fatti e il primo messaggio deve partire dal sistema calcio nelle sue massime espressioni, da Federazione e Lega. L’espressione di queste carenze sono i fatturati e l’espressione finale non può che essere deficitaria. Mettiamoci nella condizione di avere infrastrutture moderne e non solo perché avremo l’Europeo nel 2032”.
MALAGÒ CI PENSA
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Dopo di lui è intervenuto il numero uno del Coni Giovanni Malagò: “Commissario per gli stadi? Non posso non riconoscere che un commissario sia meglio di questo pantano in cui ci sono decine di situazioni che vanno avanti da 30 anni. Io sono favorevolissimo, ma voglio leggere con grande attenzione che cosa può fare, a chi risponde, chi è, voglio capire se è un tecnico o un politico, perché nel secondo caso ascolta quello che dice il partito”. Quindi ha sottolineato con amarezza: “Non siamo mai arrivati a un punto così basso, ma paradossalmente non siamo mai stati così in alto nei risultati sportivi. Quando vado in giro il mondo internazionale dello sport mi chiede come abbiamo fatto, perché a modo nostro abbiamo creato un’eccellenza sportiva”.
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